Biografia e Attività
(Verona, 10 dicembre 1905 – Milano, 3 maggio 1959) è stato un pittore italiano.
Una delle più interessanti personalità di artista del nostro tempo, che testimonia l’intenso sforzo di sprovincializzazione compiuto dalla pittura italiana agli anni venti e trenta del XX secolo: una spirale fatta di fermenti e di ricerca all’interno della quale Renato Birolli si muove forse con più impazienza, curiosità ed impeto sperimentalistico di tanti altri.
Dopo aver studiato presso l’Accademia di Verona, si trasferì a Milano, dove, all’età di soli 23 anni, entra subito a far parte di un gruppo di avanguardia assieme a Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Aligi Sassu, Edoardo Persico ed altri.
Nella prima metà degli anni ’30 riuscì a creare un mondo poetico molto personale attraverso quella che lui stesso definì una fabulazione figurativa. Sono di questi anni opere di intensa forza espressiva quali L’Angelo, Gineceo ed Il Caos. Nel 1937 partecipa alla fondazione del movimento di Corrente, che vuol essere una nuova presa di posizione nei confronti dei maestri del Novecento.
Dopo la guerra, nel 1947, si trasferisce a Parigi: qui la sua evoluzione di pittore subisce una vera e propria svolta. Henri Matisse e Pablo Picasso esercitano su di lui una grande influenza orientandolo prima verso esperienze di tipo post-cubiste, quindi verso una forma di lirismo astratto. Nella figura di Renato Birolli si rispecchia, insomma, tutto intero lo sforzo della cultura italiana di adeguarsi ai più avanzati modeli europei, e questo concorre a rendere la sua opera, al di là dell’eccellenza dei risultati, altrimenti rappresentativa.
Nel 1950 entra nel Gruppo degli Otto promosso a Venturi. Compie lunghi soggiorni in provincia della Spezia, alle Cinque Terre, località tutte che ispireranno precisi esiti alla sua produzione artistica (Gli incendi).
Nel 1949-1950, Birolli aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l’opera “Il porto di Nantes”. La collezione Verzocchi è attualmente conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì.
Si pone in contrasto con la cultura ufficiale del PCI che privilegia un’arte prettamente realista.
Negli anni ’50 Renato Birolli entrò anche in contatto con l’Action painting americana, senza però farsene influenzare. All’apice della sua fama, costituì, all’interno della pittura italiana, uno dei più solidi punti di riferimento. Egli non si limitava a produrre intensamente: era un animatore, un vero e proprio maestro. A lui si devono inoltre numerosi scritti che rappresentano un’eccezionale testimonianza del suo impegno civile ed artistico: esempio di una cultura capace incessantemente di interrogarsi e di progredire.